L’ultimo Consiglio di Amministrazione di Agro Invest S.p.A. sembra ricalcare i malumori della politica, già evidenti nella scorsa seduta. La partita si sposta sulla realizzazione del PIP di Scafati. Un progetto tutt’altro che possibilista. Tra gli argomenti in discussione, all’ordine del giorno, è stato deliberato all’unanimità quello relativo al Piano degli insediamenti produttivi del Comune di Scafati. Il Cda, presieduto dal Presidente Antonio Romano e dall’Amministratore Delegato Cristoforo Salvati, ha approvato nello specifico la relazione sullo stato di attuazione delle attività messe in campo da Agro Invest S.p.A. e lo schema di lettera che la Stu invierà nei prossimi giorni alle imprese assegnatarie quale nota di aggiornamento rispetto alla situazione presente e a quella futura dell’area industriale di via Sant’Antonio Abate. L’Amministratore Delegato di Agro Invest S.p.A., Cristoforo Salvati spiega alla stampa che “E’ necessario fare chiarezza sull’intera operazione e soprattutto sui ritardi registrati rispetto ai tempi di attuazione del P.I.P. di Scafati, che non sono di certo imputabili alla nostra Società – ha aggiunto l’A.D. Salvati – Dal canto nostro abbiamo, infatti, rispettato gli impegni assunti, espletando tutte le attività previste. Basta pensare che nell’aprile del 2008 il progetto definitivo del piano degli insediamenti produttivi di via Sant’Antonio Abate era già pronto. Successivamente, su indicazione dell’Amministrazione comunale di Scafati, abbiamo dovuto eseguire degli interventi di rimodulazione complessiva del piano industriale, migliorativi dello stesso, che hanno comportato inevitabilmente ritardi rispetto ai tempi inizialmente preventivati. Mi riferisco, ad esempio, agli interventi migliorativi per la viabilità dell’area che hanno reso necessaria la richiesta di uno studio di compatibilità idraulica all’Autorità di bacino, oppure alla recente rimodulazione dei lotti scaturita dalla necessità di aumentare le distanze dei lotti stessi dalle abitazioni preesistenti nella zona, oppure ancora alla necessità di bandire ed espletare una manifestazione di interesse per la ricerca di nuove imprese artigiane, essendo stata esaurita la precedente graduatoria. A tutto ciò va aggiunta la modifica della normativa in tema di espropri che ha reso inevitabile ritoccare i parametri per la quantificazione dei costi, appunto, degli espropri. Ovviamente intendiamo guardare avanti, con l’intento di accelerare al massimo i tempi di attuazione delle attività da mettere ancora in campo. Abbiamo, a tal proposito, già presentato al Comune di Scafati un cronoprogramma delle attività che Agro Invest dovrà espletare per garantire il completamento del P.I.P di via Sant’Antonio Abate entro il 31 dicembre del 2013.” Ma il primo cittadino di Scafati Aliberti diffonde una nota stampa replicando alle dichiarazioni di Salvati. “Le dichiarazioni dell’A.D. di Agro Invest, in merito ai ritardi sulla tabella di marcia dell’attuazione del PIP, mi preoccupano non poco. Innanzi tutto perché senza le varianti disposte dal Comune di Scafati, illustrate in una delibera di consiglio comunale del 2008, approvata all’unanimità da maggioranza e opposizione, oggi il PIP di Scafati si sarebbe scontrato con l’insoddisfazione delle preesistenze abitative e industriali dell’area di via S. Antonio Abate. AgroInvest, infatti, fino ad allora, non aveva mai dialogato con i residenti del luogo né con gli imprenditori per carpirne le esigenze. Una società distante dalle reali esigenze del territorio. Se oggi è possibile attuare il PIP, lo si deve proprio all’azione del Comune di Scafati, che ha rimodulato il PIP in base alle esigenze attuali delle preesistenze abitative ed industriali, essendo l’area (individuata venti anni fa) non più idonea al progetto, anche alla luce dei mutamenti avvenuti in termini di urbanizzazione. Numerosi problemi, infatti, risultavano legati al piano viario costruito all’interno del Pip, dove, alcune strade si sovrapponevano a residenze attraversandone addirittura i giardini. I rallentamenti dal 2008 ad oggi, cui fa riferimento l’A.D. di Agro Invest, sono riconducibili a problemi di ben altra natura. I continui squilibri all’interno della società, i cambiamenti di vertice e del C.d.a. per motivazioni politiche, hanno contribuito non poco a rallentare le procedure e ad allungare i tempi, dovendo, ogni volta, ripartire da capo. Salvati, nel duplice incarico di assessore e A.D. della società, probabilmente, ha dimenticato di aver espresso parere positivo nei confronti delle varianti dell’area PIP. A questo punto, bisognerà approfondire l’argomento, magari nel prossimo consiglio comunale, dove proporrò, alla vigilia della riconferma della convenzione con AgroInvest, di prevedere delle condizioni più restrittive, introducendo delle penalità rispetto ad eventuali ritardi di programma. Questo, perché gli imprenditori di via S. Antonio Abate non possono più attendere e perché i cittadini di contrada Cappelle meritano le opere di urbanizzazione previste per l’area. Attenzione, dunque, a non veicolare informazioni sbagliate e messaggi fuorvianti agli imprenditori e agli interessati. Questo clima negativo non giova, di certo, alla città”.