Angri, è risaputo, è una città animata da un forte e interessante fermento culturale che affonda le sue matrici, soprattutto, nella tradizione folklorica. Interessanti sono le feste di primavera, legate ai riti della fertilità e al ringraziamento. Riti suggestivi dai quali si avverte un’incondizionata aderenza popolare alle tradizioni calendariali che scandiscono forme di cultura improntate a schemi secolari consolidati e s’affidano a regole che non necessitano di troppe spiegazioni, perché in armonia con il ritmo della natura e delle opere agresti, anche se in via di dissoluzione.
Spicca senza dubbio tra i numerosi eventi “primaverili” la festa del Battista San Giovanni, il patrono di Angri. A Lui particolarmente devoti i contadini che nei secoli hanno tramandato la festa di inizio estate di legata, appunto, al patrono e alla protezione divina dei loro raccolto. Si celebra un ringraziamento, per l’intercessione, che si esprime sotto varie ritualità.
La festa nel suo corpo temporale resta immutata. Luminarie, strusci e processione per le vie cittadine della lignea a e nera statua sono il momento topico della festa che si consuma nella spartana gestualità e la ripetitiva ritualità. Il santo, patrono della città, genera emozione e devozione al suo passaggio. La sua divinità è la vera protezione della comunità che nei secoli lo ha invocato e portato spesso in processione durante eventi calamitosi o provocati dall’uomo.
(Stasera dalle ore 18,45 speciale su Antennatre dopo Info)
Luciano Verdoliva