
Mondezza. C’è una sociologia anche per il rifiuto. Una sociologia dettata dai tempi moderni, scandita dall’igiene e dalla sanità. I civili cittadini cercando di preservare e proteggere i loro ambienti familiari, i loro spazi chiusi, dalle malattie e dai germi derivati dagli scarti alimentari e organici in genere. Per questo crea il rifiuto, la mondezza. Cumuli di cose che non servono al fabbisogno e al miglioramento dello stile di vita vengono scartati e gettati. Tutti si sbarazzano dei loro rifiuti, non tengono conto di regole e degli spazi per i loro smaltimento. Già gli spazi se mai ci sono? Durante l’emergenza rifiuti che è trascorsa, ma non passata, i paesoni del cratere dell’emergenza, interessati dalla maleodorante questione, si industriarono e progettarono appositi spazi, zone franche usate come discariche di pattume, le isole ecologiche.
Ad Angri, paese delle menti pensanti e dai cuori amanti, ben tre amministrazioni, compresa l’ultima venuta, non hanno saputo individuare uno spazio per le famose “isole ecologiche”. L’isola che non c’è. Civili, quanto ligi al pulito, cittadini nei fine settimana continuano, impunemente, a sversare, senza timore, davanti ai cancelli dell’azienda speciale Angri Eco Servizi, quintali di rifiuti, una striscia chilometrica di pattume che non fa certo onore allo sversatore abusivo me che deve preoccupare l’amministrazione comunale e il suo “sveglio” assessore all’ambiente, possibilmente intervenendo "sulla tutela dell'ambiente, con una raccolta differenziata efficace e una seria attività di prevenzione del rischio idrogeologico ( programma del sindaco Mauri, punto 5)".
Jeanfranck Parlati