Sarà un francobollo di sicuro valore in vendita, da ieri, in tutti gli uffici postali. Così il Ministero delle Comunicazioni ha previsto per il 150° anniversario della nascita di Joe Petrosino, l'emissione di un francobollo commemorativo del valore di € 0,85. I collezionisti sicuramente alle prime luci dell’ alba faranno di tutto per avere quel cimelio di francobollo che farà di sicuro bella mostra nella loro raccolta. Da sfondo la statua della Libertà e il ponte di Brooklyn, in primo piano uno dei più noti ritratti di Petrosino, il detective nato il 30 agosto del 1860 a Padula (Salerno), emigrò, giovanissimo, nel 1873 alla volta di New York col padre Prospero, sarto, e l'intera famiglia composta dalla madre, da due sorelle e da tre fratelli. Primo di cinque figli, si adattò a tutti i mestieri al fine di non gravare sul bilancio familiare; studiò la lingua inglese, frequentando corsi serali, ed il 19.10.1883 si arruolò nella polizia di New York, indossando l’uniforme da poliziotto portante sul petto una placca d’argento con numero 285
. Questo fenomeno aveva posto le autorità americane di fronte a gravissimi problemi, primo quello dell'ordine pubblico. I poliziotti, quasi tutti ebrei o irlandesi, non riuscivano a capire gli immigrati né a farsi capire da loro: questo generava un clima a favore delle organizzazioni criminose che giunsero in breve a controllare tutta la Little Italy, ghetto, superaffollato, dove una povera umanità sradicata doveva lottare ogni giorno per la vita. Little Italy era il terreno ideale per la pianta crimine. Ma alle 20.45 di Venerdì, 12 Marzo 1909, tre colpi di pistola in rapida successione, e un quarto sparato subito dopo, suscitano il panico nella piccola folla che attende il tram a capolinea di piazza Marina a Palermo, nel centro della piazza un marinaio si lancia coraggiosamente verso il giardino Garibaldi, da dove sono giunti gli spari: in tempo per vedere un uomo cadere lentamente a terra, ed altri due fuggire scomparendo nell'ombra. Non c'è soccorso possibile, l'uomo è stato raggiunto da tre pallottole: una al volto, una alle spalle, e una terza mortale alla gola. Poco dopo si scopre che si tratta del detective Giuseppe Petrosino, il nemico irriducibile della malavita italiana trapiantata negli Stati Uniti, celebre in America come in Italia quale protagonista della lotta al racket. Il console americano a Palermo telegrafa al suo governo: Petrosino ucciso a revolverate nel centro della città questa sera. Muore un martire. Il governo mise subito a disposizione la somma di 10.000 lire, per chi avesse fornito elementi utili a scoprire i suoi assassini ma la paura della mafia sarà più forte dell'attrazione esercitata da quella pur elevata offerta di soldi.
Le bocche rimarranno chiuse. Saranno 250.000 le persone che parteciparono al suo funerale a New York, un numero fino ad allora mai raggiunto da alcun funerale in America. «Poliziotto coraggioso e determinato, impegnato in una difficile missione per scoprire i legami tra mafia siciliana e quella di New York, veniva trucidato con quattro colpi di pistola esplosigli alle spalle da un ignoto sicario in un vile agguato. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed elevato spirito di servizio, spinti sino all'estremo sacrificio.» Decorato alla Medaglia d'oro e al Merito Civile.
Jeanfranck Parlati