Nocera Inferiore. Emergenza in ginecologia

Era una vera eccellenza della sanità dell’Agro. Il reparto ginecologia e ostetricia dell’Umberto I di Nocera Inferiore. Tagli e continui cambi ai vertici dell’ASL, poi accorpata dai decreti e dai piani ospedalieri salva sanità, hanno messo in ginocchio una struttura avveniristica, disagi culminati con il rapimento, per mancanza di video sorveglianza, lo scorso 7 giugno con il rapimento del piccolo Luca Buonocore. Già allora il primario del reparto Vitagliano lamentò il decadimento della struttura.

Dopo quattro mesi l’emergenza nel reparto continua, anzi sta mettendo in difficoltà anche le procedure routinarie di ricovero. Giovedì scorso il direttore delle gravidanze a rischio, Antonio Del Bene, ha dovuto chiedere a dieci neo mamme che avevano partorito da due giorni di potere essere dimesse, contravvenendo ad una procedura precauzionale. Di norma, le neo mamme vengono dimesse dopo tre giorni dopo il parto. Una procedura medica necessaria per effettuare il giorno lo screening post natale. Uno screening che i piccoli hanno dovuto affrontare ritornando dopo 24 ore nel presidio. Un rischio legale che Del Bene affronta consapevolmente.

Critiche anche le condizioni di lavoro che costringono le poche unità paramediche e quelle mediche a sforzi massacranti. Alla base la carenza di personale che rende la situazione molto delicata. Nel reparto ci sono solo due sole unità infermieristiche a disposizione dei 13 medici dell’equipe costretta ad un super lavoro in un reparto che fa registrare 4000 ricoveri l’anno e 1500 parti in media in 13 mesi. Domanda e offerta non soddisfano. Anche il direttore sanitario Maurizio D’Amborsio, con il blocco del turn over, che non consente di affrontare di sopperire alla mancanza di personale, è costretto a rimediare alla difficile situazione con turni accessori di straordinario, non sufficienti per un ospedale di terzo livello di emergenza, penalizzato dal piano sanitario regionale.