Pompei. Sdegno per il crollo della Domus

(foto del coordinamento nazionale Uil beni e attività culturali)Che succede sotto il Vesuvio? Il vulcano celebrato da Leopardi, che vide nel miracolo della Casa della Ginestra, un nuovo miracolo della vita che riprende dopo la calamità naturale, pare sia stato cancellato dall’uomo che non sa più preservare ambiente e storia. A Terzigno si lotta per preservare la natura dalla discarica Sari, a pochi chilometri di autostrada l’incuria e il degrado non preservano oltre duemila anni di storia. Crolla la Schola Armatorum di Pompei, la Domus dei Gladiatori. Il nome classico della domus è Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, un edificio risalente agli ultimi anni di vita della città romana prima che l'eruzione la seppellisse.

La casa secondo gli studiosi doveva fungere da sede di una associazione militare e deposito di armature. L'ampia sala dove si allenavano i gladiatori era chiusa con un cancello di legno ed era off limits ai visitatori. Un patrimonio depauperato che il presidente Giorgio Napolitano, definisce una «vergogna per l'Italia», esigendo spiegazioni da chi ha il dovere di darle, «al più presto e senza ipocrisie».

Le ipotesi del crollo non leniscono la rabbia, potrebbero essere stati i materiali utilizzati per il restauro e le infiltrazioni d'acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi. La Schola Armaturarum Juventis Pompeiani nel corso della seconda guerra mondiale era stata danneggiata dai bombardamenti che ne avevano fatto crollare il tetto, successivamente rifatto, sulle mura antiche in un materiale che potrebbe essere stato troppo pesante e che avrebbe, quindi, nel tempo potuto provocare un cedimento. Il crollo, però, potrebbe anche essere dovuto a delle infiltrazioni d'acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi, essendo l'edificio crollato accanto ad un terrapieno. Ma forse il crollo ha una precisa spiegazione: forse sono i tagli alla cultura operati da Berlusconi.

Contrarietà da parte di Italia Nostra, ma anche le associazioni degli archeologi che contestano «la politica degli effetti speciali, con spese di milioni di euro per istallare ologrammi virtuali e pannelli fotografici a pochi passi dalla Domus crollata». Il sindaco D'Alessio parla di una “domus trascurata”, il cedimento dell'edificio è stato un crollo annunciato: «Succede quando non c'è la dovuta attenzione e cura» per un patrimonio secolare che andrebbe «preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche atmosferica. C'è il dispiacere tipico di una comunità – ha sottolineato D'Alessio – di un territorio su cui vi è il museo all'aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato». «In passato -ha rilevato – sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro». Il sito archeologico, ha spiegato il primo cittadino, oltre ad avere un'importanza «culturale» dà anche «ricchezza a questo territorio» con il turismo. «Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative – ha concluso – ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l'attenzione che il sito necessita».