Crack Villani. Ai domiciliari anche Della Monica

Un’altra triste pagina nella infinita vicenda del crack del gruppo Villani. Scattano le manette anche ai polsi di Antonio Della Monica, il patron della fallita "Cavamarket", che secondo gli inquirenti sarebbe stato il «terzo vertice del triangolo delinquenziale», che avrebbe avallato «la possibilità del piano criminoso» che avrebbe portato al noto crac del gruppo Alvi della famiglia Villani. A firmare l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari il gip del tribunale di Salerno Vincenzo Pellegrino, in esecuzione a quanto richiesto della Procura di Salerno, coordinata da Franco Roberti. A ricostruire l’intricato mosaico delle connivenze i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno guidate dal tenente colonnello Antonio Mancazzo.

Decisivo sarebbe stato il ruolo del 50enne patron di "Despar" nella compravendita del gruppo Villani, al fianco degli esponenti del gruppo Villani, cioè Angelo e Antonia Villani nella parte degli «apparenti cedenti», e Bartolomeo Pagano in quella del «fittizio acquirente» con l’Alpa, era necessario il coinvolgimento di un terzo attore sostanziale garante dell’operazione, quello di garantire, sic et simplicter, merce ai fallimentari punti vendita ALVI, per non azzerarne il valore al momento della cessione.

Proprio Antonio Della Monica avrebbe garantito, tramite Cavamarket, ai 63 supermercati Alpa (del gruppo Villani) non solo i servizi di marketing, quelli organizzativi, la logistica, la consulenza gestionale e il software di contabilità, ma soprattutto – tra ottobre 2009 e marzo 2010 – merce per un valore di oltre 19 milioni di euro, garantendo anche favorevoli condizioni nei pagamenti. Cavamarket sarebbe poi risultata creditrice di Alpa per oltre sei milioni e mezzo di euro proprio mentre l’azienda di Della Monica, era anche essa in fase di fallimento. Secondo il giudice, il rischio imprenditoriale di Della Monica, doveva il momento decisivo per ‹‹approfittare della situazione di grave difficoltà economica del gruppo Alvi» e assicurarsi, dopo vari ponderati passaggi, i punti vendita, sottratti dai Villani al fallimento e fatti sopravvivere.