“Si tratta soltanto di un rinvio di natura tecnica” con queste poche parole l’assessore alla casa Vincenzo Ferrara rassicura gli assegnatari dei 139 alloggi sulla imminente consegna delle chiavi dei 139 alloggi di fondo Messina, abbondantemente annunciata nel corso di una pubblica seduta, lo scorso sabato, proprio dall’assessore e dal primo cittadino Mauri. “Solo una questione di pochi giorni” afferma Ferrara e le chiavi saranno nelle mani dei legittimi aventi diritto che così potranno finalmente ripararsi sotto un vero tetto, 32 anni dopo il sisma del 1980 che costrinse interi nuclei familiari senza tetto a vivere per un trentennio nelle baraccopoli dei quattro fondi allestiti in maniera provvisoria a: Fondo Messina, Rosa Rosa, Largo Campo Sportivo e Largo Badia, quest’ultimo oggi flagellato dal fenomeno dell’amianto.
Una corsa contro il tempo alla quale il sindaco e la sua giunta stanno alacremente cercando di ovviare. Purtroppo contro di loro gioca anche la burocrazia, che più volte ha rallentato, nel corso dell’ultimo anno, il processo di consegna di questi 139 appartamenti progettati durante l’era Postiglione e realizzati durante l’era Mazzola che pose la prima pietra. L’ennesimo stop sarebbe dovuto soltanto ad intoppi di natura contabile e burocratica che riguardano la sottoscrizione dei contratti da parte dei tecnici dell'ufficio Casa del Comune che si dovranno interfacciare anche con i tecnici responsabili della realizzazione per chiudere in maniera definitiva il cerchio.
“Una volta in moto la macchina dei traslochi, concordati anche con gli stessi assegnatari, mediante un calendario di trasferimenti – ha affermato il sindaco Mauri – verranno smantellate le baracche prefabbricate per evitare nuove occupazioni abusive, ridando quegli spazi alla città” ed evitando di fatto la recrudescenza che spesso si è ripetuta nei vari fondi dopo il trasloco di qualche nucleo familiare.
Luciano Verdoliva