Un’intera famiglia Costretta a vivere in mezzo alla sporcizia, all’amianto e ad ogni tipo di materiale da risulta. La periferia angrese da tempo abbandonata e dimenticata dal “festoso” centro restituisce un altra storia di emarginazione e di discriminazione. Vincenza Avola, madre di quattro figli e il suo compagno hanno protestato vibratamente davanti alla sede comunale per rivendicare il loro essenziale diritto alla dignità e a rivendicare quello che anche la seconda sezione del TAR di Salerno gli ha riconosciuto: un alloggio IACP nel nuovo popoloso rione sorto in Via Monte Taccaro, dove la famiglia della signora aspetta di traslocare lasciando una zona in pieno degrado, quella di Fondo Badia, oramai invivibile per il progressivo abbandono dei suoi inquilini storici che hanno reso la zona un posto fantasma e degradato.
Proprio uno degli ultimi traslochi ha seriamente danneggiato anche la struttura dove da decenni alloggia la famiglia Avola. I lavori di smantellamento del attiguo prefabbricato, dalla scorsa notte hanno reso impraticabile, per infiltrazioni di acqua, anche quello che resta della cellula abitativa della famiglia che ancora staziona nella zona, perché il suo alloggio risulta “congelato” quindi non assegnato dal TAR dalla data del 30 marzo 2012, giorno di pubblicazione del dispositivo di ricorso fatto dalla donna. “Con questo dispositivo – dice la Signora Avola a proposito dell’assegnazione dell’alloggio – abbiamo più diritto noi che altre persone”.
In attesa della definitiva pronuncia del massimo collegio amministrativo giudicante, previsto nel mese di aprile prossimo, la signora Avola chiede a gran voce chiarezza, alla locale governance, sulla sua difficile e paradossale condizione. Sulla questione sembra, però, latitare l’amministrazione comunale: “L’assessore alla casa è irreperibile – afferma la signora Avola -, non sanno cosa fare, ed io mi sento abbandonata a me stessa”. Nonostante le vicissitudini sembra molto risoluta a risolvere il problema la signora Avola che invoca un intervento incisivo del primo cittadino in merito a questa delicata situazione che ha portato allo smembramento temporaneo dell’intero nucleo familiare, sistemato dagli assistenti sociali del comune in un albergo cittadino, dopo le infiltrazioni di acqua nel prefabbricato fatiscente che praticamente lo hanno definitivamente reso inabitabile.
Luciano Verdoliva