Il raduno dei Bersaglieri ad Angri è costato alle tasche degli angresi circa 5000 euro. Un ora di spettacolo in villa comunale ha richiesto una certosina preparazione di accoglienza e ospitalità. A determinare la spesa per i militari è stata la UOC Promozione Socio Culturale diretta dalla dottoressa Angela Marciano premettendo che l’evento era “socialmente e culturalmente rilevante” per la collettività. Ai militari non è stato fatto mancare nulla: pernottamento e cena in albergo per un costo di 2500,00 euro; il buffet in una nota caffetteria di Via Satriano per complessivi 250,00 euro, l’allestimento del palco per un costo di 726,00 euro iva inclusa, per il service 302,50 euro e altre spese varie per un importo di 500,00 euro.
Per l’affidamento sono stati contattati per vie brevi vari fornitori. In tanti hanno storto il naso per questo ennesimo spreco di denaro pubblico, ennesimo capriccio di un amministrazione alquanto “cieca” alle esigenze e alle istanze della collettività. Viaggi e gite di rappresentanza a Bruxelles e pellegrinaggi nei vari luoghi di culto della penisola, sono il corollario di una politica costosa e maldestra. Fondi che potrebbero essere dirottati su istanze di pubblica utilità. In gran parte delle scuole cittadine, ad esempio mancano di banchetti, sedie e materiale da cancelleria, tanto da imporre a dirigenti e docenti di provvedere a proprie spese all’acquisto del necessario occorrente. Anche la manutenzione del verde lascia desiderare, non ci sono fondi necessari per curare il poco verde sopravvissuto al taglio selvaggio dell’ultimo biennio.
L’amministrazione Mauri preferisce cancellare i problemi, anziché affrontarli. I fondi disponibili sull’asfittico bilancio, spesso proventi di tasse e tributi pagati con affanno dai cittadini, pressati tributariamente, vengono sistematicamente “sviati” su capitoli di bilancio pronti per essere utilizzati per eventi poco coinvolgenti. La stessa UOC Promozione Socio Culturale, promotrice della determina “bersagliera” è stata già al centro di ferocissime polemiche per avere determinato, lo scorso anno, fondi per documentari e audiovisivi vari, ritenuti dall’opinione pubblica di “scarso interesse” e soltanto un fatto propagandistico fine a se stesso.
Luciano Verdoliva