Il pranzo di Pasqua raccontato e servito dalle Osterie Tipiche. Parte da Angri in provincia di Salerno la proposta del menu pasquale realizzato dall'associazione Osterie Tipiche in collaborazione con Agro24 e la conduzione della giornalista Tiziana Zurro. Tradizione, l'utilizzo di prodotti tipici locali e un pizzico di innovazione per il format lanciato online dal sito www.osterietipiche.com e che ha lo scopo di divulgare e promuovere la cucina tipica e casereccia. "Formaggi, salumi, agnello, carciofi, pastiere e tanto "spasso" sono gli ingredienti classici della Pasqua dell'Agro Nocerino Sarnese e della Campania – dichiara il presidente Osterie Tipiche Agostino Ingenito – ma i nostri osti hanno proposto anche qualche interessante innovazione, non perdendo di vista i sapori e il gusto di una tradizione senza tempo".
Il primo piatto realizzato dallo chef Giuseppe dell'Osteria La Bettola di Gerardo La Bettola che si trova nell'antica Via Di Mezzo, nel cuore del Borgo Angioino alle spalle del Castello Doria, è una "tagliatella pasquale", una pasta tirata a mano servita con ricotta salata, piselli e pressata di agnello.Altra innovazione con il secondo piatto che va oltre le tradizionali pietanze a base di carne: una zuppa di cozze alla napoletana, solitamente degustata il venerdì santo e proposta per il pranzo pasquale dallo chef Francesco dell'osteria Taverna Mast'Aniello che si trova in un altro angolo suggestivo di Angri, in Via Tenente Fontanella, nel quartiere degli Ardinghi, primo nucleo abitativo della Terra d'Angri.
Si ritorna alla tradizione pura per il dolce con la tipica pastiera di grano. A proporla in questo caso è l'oste Luigi D'Amaro, titolare dell'Osteria de Goti, primo avamposto eno gastronomico angrese per chi proviene dal vecchio casello autostradale dell'A3. Tra ricotta, grano cotto e fior d'arancio lo chef Luigi completa il piatto con una spolverata di zucchero a velo. "Il progetto Osterie Tipiche va oltre la mera promozione di locali, intende valorizzare prodotti tipici e le tante particolari manualità di artigiani del gusto – dichiara Ingenito – che con la loro attività aprono le porte alla tipicità, ai valori della dieta mediterranea, consentendo quell'ulteriore apporto alla promozione turistica di territori che trasudano di storia e che rappresentano il volano di sviluppo delle loro aree di competenze. Auspichiamo ora che la rete possa estendersi ulteriormente e che si possano a breve avviare anche i distretti eno gastronomici".