Angri piange il dottore Silvio Gallucci ricordando Peppe a’ Padrona

Angri piange una delle ultime sue ultime figure storiche cittadine. Si è spento il dottore Silvio Gallucci, titolare dell’omonima farmacia che fa angolo a via Giudici. Lo storico farmacista è deceduto questa mattina. Da sempre il dottor Silvio, era considerato da molti colleghi l’anima politica e il riferimento dei farmacisti cittadini. Il padre, il dottore Antonio Gallucci, fu ricordato per l’altro senso di coraggio che ebbe durante la seconda guerra mondiale, quando, nel Settembre 1943, insieme a Giovanni Russo, detto “Nacciello”, in occasione dello sbarco alleato, organizzarono nell’androne della sua farmacia un pronto soccorso di fortuna. In quel tempo Angri era da giorni sotto i bombardamenti della massiccia “Operation Avalanche”, voluta dai Alleati per fare indietreggiare le truppe del Terzo Reich. Gli Alleati sbarcati a Maiori, erano arrivati stremati al valico di Chiunzi, molti soldati americani vennero premurosamente medicati e assistiti da Gallucci e Russo che fecero di quel luogo un riferimento storico cittadino, leggenda orale tramandata di generazione in generazione. Quel luogo, nel cuore della città, da sempre sede della storica farmacia Gallucci. Prima gestita dal compianto Antonio e poi, da qualche anno, passata sotto la gestione dei suoi figli Antonio ed Enzo. Tanti cittadini comuni ed amici, e soprattutto tanti colleghi, si sono ritrovati per l’ultimo saluto al dottore Gallucci. Domani l’ultimo saluto alle ore 09.00, nella Collegiata di San Giovanni Battista.

Solo qualche settimana, la città ha pianto un'altra figura permeante della recente storia cittadina: Peppe Fiumara detto “Peppe ‘a padrona” una figura forte, il “pater familias” per eccellenza. Una figura decisa, un vero mediatore sociale. Era lui il ”conciliatore” di gran parte degli affari in città e lui con capacità innate riusciva sempre a portare tutto a buon fine, meglio di un notaio. “Lui per mestiere faceva il mediatore. Un tempo – ha scritto Aldo Severino – uno dei mestieri più fortunati, il sensale, quello che riusciva a dare ed avere, magari a volte lavorando al limite della legalità, ma riuscendo sempre ad ottenere un qualcosa. Lui era sempre in canottiera, sempre affaccendato, sempre di corsa e sempre con una sigaretta appesa sulle labbra. Era, a torto o a ragione, il riferimento di Piazza Crocifisso e non solo, perché riusciva a catalizzare attorno a se un sacco di interessi. Un uomo che lavorava, lavorava duro, uno che il lavoro te lo trovava, infatti sempre in quel periodo riusciva a gestire un'azienda di trasformazione di uva producendo un buon vino, apprezzato e gustato in ogni luogo”.

E ancora scrive Severino: “È di quel periodo che si racconta di una delle feste che si cominciava a celebrare ad Angri: la festa del miliardo. Appannaggio di chi riusciva a conservare un miliardo, un miliardo di lire. Ebbene, si racconta che Peppe 'a padrona, festeggiò quel suo miliardo, non si saprà mai se veramente sia successo, ma certo è che in quel periodo attorno a lui aleggiò un'aura straordinaria, magica; attorno a quella figura che di mestiere faceva il sensale girava qualcosa di misterioso. Peppe 'a padrona, uomo tutto d’un pezzo, in fondo con cuore grande; da quel momento compari e cumparielli, amici, parenti e conoscenti, tutti passavano da lui per un favore o un consiglio e lui anche se impegnato, riusciva a trovare tempo per tutti”. Questi uomini che devono restare limpido esempio di un paese cresciuto ma che culturalmente vive radicato proprio sulla sua essenza di “memoria storica” e che oggi offre pochi spunti referenziali, indebolita anche dalla perdita di questi pilastri umani.
JeanFranck Parlati