“Non è possibile che con tanti bravi avvocati scafatesi e l’ottimo Francesco Romano, bisogna ricorrere sempre a incarichi esterni, con aggravio di spese per le casse comunali”. Così Mario Santocchio, consigliere, con Cristoforo Salvati, di Fratelli d’Italia. Santocchio punta l’indice contro quello che definisce: “solito incarico dato ad un avvocato non scafatese, in prospettiva elezioni regionali”.
“Non è la prima volta che la Giunta dispensa incarichi a esponenti politici fuori Scafati. Non si può usare la macchina comunale come strumento elettorale – tuona Santocchio -. Non esiste più Palazzo Mayer, ma Casa Aliberti. Nel suo libro il sindaco sostiene che la politica è la sua passione e la sua famiglia. E’ vero il contrario invece, la politica è il suo sostentamento e la sua famiglia è tutta in politica”.
Parole pesanti quelle dell’avvocato Santocchio, oramai “nemico” giurato di quello che lui stesso definisce “sistema familistico in cui si usano le Istituzioni per fini personali”.
Secondo Santocchio infatti: “a Scafati la sua è l’unica famiglia che vive interamente di politica, grazie ai circa ventimila euro che entrano mensilmente dal suo ruolo di sindaco e dalla carica di consigliere regionale della moglie, Monica Paolino. Altro che passione e sacrifici”.
Santocchio, infine, annuncia che “a Scafati un nuovo centrodestra è pronto, ci sono tanti amici disposti a scommettere su un progetto alternativo alla deriva familistica alibertiana. Un progetto in cui tutti possono essere protagonisti, e non comparse”.
Peccato però che il consigliere di Fdi non faccia nomi, fino a qualche mese fa l’impressione era che una “costola” di maggioranza potesse staccarsi, ma questa resta saldamente ancorata. Del resto, il primo cittadino ha recuperato anche i più critici come Luca Celiberti, approdato da un mese alla Scafati Solidale.
Adriano Falanga