“A distanza di tre mesi dalla nostra richiesta di commissariare la gestione del bene confiscato al clan Sorrentino in via Aquino, pare che qualcosa inizi a muoversi”. Lo annuncia Francesco Carotenuto di Scafati Arancione.
“L’immobilismo e l’assenza totale di progettualità rispetto alla gestione del bene di via Aquino, da parte dell’amministrazione comunale, ci aveva portati a chiedere il commissariamento presso l’agenzia nazionale per l’amministrazione e beni confiscati alla criminalità organizzata -spiega -. Non possiamo che gioire per il riscontro avuto dopo aver segnalato il caso specifico alla Prefettura e all’Anbsc; una sollecitazione che pare abbia attivato finalmente il governo cittadino su un tema così scottante e delicato che riguarda non solo il ripristino della legalità e la riconsegna alla città di una struttura come l’immobile di via Aquino, ma anche un’occasione di sviluppo mediante il recupero e il riutilizzo del bene attraverso un serio e concreto progetto di riutilizzo sociale.
La vicenda aveva visto lo sperpero di circa 200.000€ di un progetto governativo dal titolo “You and Me” oltre che la totale assenza di progetti capaci di intercettare finanziamenti europei destinati alla legalità, all’innovazione e al riutilizzo sociale dei beni confiscati.
Alla luce di queste anomalie, e alla luce dell’audizione presso la commissione antimafia della Regione Campania di qualche anno fa, abbiamo deciso, il 7 gennaio, di chiedere l’intervento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati affinché applicasse il Codice Antimafia, il quale prevede il commissariamento qualora entro un anno dalla gestione, non venga riutilizzato.
Rispetto a questa segnalazione – prosegue – il 6 aprile la delibera di giunta comunale demanda all’area servizi al territorio-patrimonio la redazione di un progetto per il riutilizzo del bene attraverso la partecipazione al bando della Comunità Europea denominato UIA – Urban Innovative Action.
E’ necessario adesso tracciare la strada che vogliamo intraprendere mettendo attorno al tavolo coloro che con coraggio, idee e lungimiranza, vogliono riconsegnare alla collettività un’opportunità di crescita, occupazione e inclusione sociale.
Chiediamo quindi che vengano coinvolti in questa fase di elaborazione progettuale anche le organizzazioni, i movimenti, gli attori sociali che, insieme a tecnici ed esperti, possono produrre una speranza concreta per la nostra comunità e infliggere un duro colpo all’economia criminale sottratta alla malavita
Ancora una volta – conclude – Scafati Arancione dimostra che la politica non si fa con chiacchiere, proclami e presenza sulla stampa esclusivamente per racimolare qualche minuto di gloria, ma si fa attraverso lo studio, il coraggio, la presenza sul territorio, la credibilità e l’umiltà di chi sta provando costruire una città migliore”.