Tra qualche ora diventeranno irrevocabili le dimissioni del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, e la città sarà amministrata da un commissario prefettizio. A poche ore dalla fine dell’era Aliberti arrivano le riflessioni del segretario cittadino del Pd, Margherita Rinaldi.
“Di Aliberti – scrive in una nota – ci rimangono le targhe a “futura memoria” su qualche marciapiede rifatto, la bella fontana di via Nazionale e una serie di fallimenti: dall’Ospedale chiuso, al cantiere del Polo scolastico ridotto a macerie, un Piano Urbanistico bloccato, un PIP mai partito, una discarica a cielo aperto gestita dalla Helios, servizi sociali a zero, la fallita reindustrializzazione dell’area ex Copmes, tributi tra i più alti della Provincia, allagamenti ai primi minuti di pioggia, commercio in ginocchio e traffico insostenibile. Eppure – aggiunge Rinaldi – Aliberti non si è dimesso per questo, né perché lo hanno chiesto le opposizioni. Aliberti si è dimesso nell’estremo tentativo di evitare il carcere. Perché questo è il motivo vero, ma taciuto, di quelle dimissioni. Arrivare all’udienza innanzi alla Corte di Cassazione senza essere più sindaco di Scafati nel tentativo di far cessare quelle esigenze cautelari che sono alla base della richiesta di arresto che pende sul suo capo. Nei suoi accorati saluti ai dipendenti e alla città, in cui continua ad assumere la veste di vittima delle opposizioni, Aliberti non lo dice. La città che tanto dice di amare l’ha venduta per salvare se stesso”.