Pd Napoli, Valente si dimette da capogruppo

Valeria Valente si dimette dalla carica di capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Napoli. Oggi tre consiglieri su cinque le hanno chiesto di lasciare, “a seguito degli ultimi avvenimenti che hanno investito il Pd napoletano”, ossia l’inchiesta sui candidati a loro insaputa.

Di seguito la sua nota:

“Come avevo detto più volte in queste settimane di fronte alla richiesta che mi è stata formalizzata stamattina dai componenti del gruppo consiliare e anticipata dalle dichiarazioni del segretario regionale della Campania rese nel corso dell’assemblea pubblica di venerdì scorso, non posso che lasciare il ruolo da capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Napoli.

Fin dai giorni successivi all’apertura dell’inchiesta sui candidati a loro insaputa, inchiesta in cui non sono indagata, e rispetto alla quale continuo con fermezza a ribadire la mia totale e assoluta estraneità, avrei potuto continuare a mantenere la carica di capogruppo soltanto in presenza di una fiducia piena da parte del gruppo. Venuta meno questa fiducia, viene meno anche la mia funzione in Consiglio comunale di capogruppo del Pd.

È stato un ruolo, quello di capogruppo, che ho deciso di ricoprire, su richiesta e d’intesa con il #Pd, per aiutare il mio partito a ricostruirsi un profilo politico e un radicamento in città dopo il risultato bruciante alle elezioni amministrative a Napoli, dove ha ottenuto un brutto 11%, frutto di anni di assenza e di mancata opposizione in Consiglio comunale a de Magistris, ma frutto anche di tante divisioni, alimentate prima e dopo, durante le primarie e nel corso della campagna elettorale, da chi ha dimostrato di essere mosso più dallo spirito di rivalsa personale, che dalla battaglia in nome di #Napoli. Per quel risultato, per quell’11%, così come del resto su molte altre cose, ancora oggi, nessuno, a parte la sottoscritta, ha sentito il dovere di assumersi la sua parte di responsabilità.

Per me, inutile negarlo, è un momento di grande amarezza. Soprattutto per l’uso strumentale che viene fatto dell’intera vicenda. Pago l’aver avuto il coraggio di sfidare, con la scelta di candidarmi a sindaco, personalità importanti e i loro sistemi di potere, l’ambizione di aver provato e creduto che fosse possibile costruire un profilo di opposizione non succube alle logiche del consenso personale dei singoli, ma che tornasse ad avere la voglia di parlare a pezzi di opinione pubblica in ragione di battaglie chiare e visibili, il non essermi fermata anche quando mi veniva chiesto, l’avere scelto a volte di andare avanti da sola senza fare sconti a nessuno, senza paura, forte di una vita specchiata, del mio rigore e della mia assoluta onestà, senza avere nessun potere forte alle spalle. L’avere sfidato pratiche fatte di silenzi, assenze e mancate contestazioni e consociativismo sotterraneo che hanno caratterizzato e caratterizzano pezzi del Pd in cambio della gestione di pezzi di potere funzionali a costruire fette di consenso personale. Ho ricevuto in queste settimane messaggi di stima, vicinanza e solidarietà da tanti, molti dei quali non mi sarei mai aspettata. Insieme a questi, purtroppo, ho registrato anche silenzi, freddezza e distanza, invece, da chi nel Pd pur conoscendo la mia storia specchiata, senza mai un’ombra ed essendo probabilmente certo della mia estraneità alla intera vicenda ha scelto di cavalcare l’onda mediatica per logiche di pura battaglia politica interna. Dispiace ancora di più perché questo atteggiamento indebolisce il Partito Democratico proprio nel momento in cui a livello nazionale si è impegnati in una difficile battaglia nell’affermare il principio garantista di fronte al tentativo di strumentalizzare politicamente vicende giudiziarie da parte dei nostri avversari, in particolare da parte delle forze populiste.

Io sono e resto, come sempre, fiduciosa e rispettosa del lavoro della magistratura. Mi auguro che anche nella vicenda dei candidati inconsapevoli si possa fare al più presto piena luce in nome delle persone finite in lista senza che ci dovessero essere, in nome di quelle persone oneste e perbene che hanno collaborato alla mia campagna elettorale, ma anche in mio nome, che da questa vicenda ho avuto soltanto danni, durante e dopo la campagna elettorale.

Si può perdere una battaglia ma il risultato finale è ancora da scrivere e io non mi rassegno e non mi piego a logiche e sistemi sbagliati. E sono certa che la comunità del pd, fatta al netto di suoi tanti dirigenti di persone oneste e perbene, sarà alla fine in grado di avere la meglio”.