«Vivere a Napoli è come essere all’ interno di una commedia»: così si presenta il regista, sceneggiatore e attore Abel Ferrara alla stampa per la conclusione della nona edizione del Social World Film Festival di Vico Equense dove è stato impegnato come presidente della giuria di qualità. L’ artista di New York ma con origini campane, il nonno era infatti di Sarno, conferma il forte feeling con l’ Italia e con la Campania in particolare.
«Vivo a Roma da cinque anni e mi sento bene in Italia, qui in Campania torno alle mie origini, appena scendo dal tremo alla stazione di Napoli centrale vengo inondato dall’energia di questi luoghi. Ci sono venuto con piacere».
Ha recentemente diretto “Forcella strit” un lavoro andato in scena al teatro Trianon che ha coinvolto giovani attori napoletani, ce ne parla?
«Non potevo dire di no a Nino D’ Angelo perché è un genio e avrei detto sì a qualsiasi cosa. Ho messo in scena quello che era un mio sogno, la mia idea di questa parte della città. Ho vissuto a Napoli, ai Quartieri spagnoli e ricordo ogni istante trascorso lì. Grazie a Maurizio Braucci, noto scrittore e autore di teatro e di cinema, ho realizzato lo spettacolo in tre movimenti. É stata un’ esperienza unica perché la forza, l’ intensità, il magma che trovi a Forcella non lo trovi da nessuna parte del mondo. Mi ha colpito, però, il fatto che gli abitanti del quartiere non abbiano preso parte allo spettacolo, vedevano in questa operazione qualcosa calata dall’alto, da uno straniero. Mi è dispiaciuta questa cosa perché lo spettacolo racconta del quartiere e lo fa mettendo in luce tutta la forza di questo luogo».