«Ho perso il controllo, non ci ho visto più. Ho pensato che prima o poi mi sarei dovuto presentare ai carabinieri». Sono queste le parole- come riporta Il Mattino – che compongono una parte della confessione di Nicola Del Sorbo, 34enne originario di Angri, che viveva in un capannone a Poggiomarino. Da ieri pomeriggio è in carcere con l’ accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Ha confessato, in due momenti separati, di aver ucciso Luana Rainone, la 31enne originaria di Sarno e residente a San Valentino Torio, che risultava scomparsa dal 23 luglio scorso. I due avevano una relazione.
IL MOVENTE
Il motivo scatenante, a detta dell’ indagato, assistito dall’ avvocato Luigi Senatore, sarebbe riconducibile alle pressioni e ad un litigio che i due avrebbero avuto, poco prima del fatto di sangue. La giovane, sposata e con una figlia piccola, avrebbe imposto all’ uomo di lasciare la sua attuale compagna, insieme ai figli, per stare con lei. Il 34enne originario di Angri è padre di sette figli, di cui 4 avuti con la prima moglie, dalla quale è divorziato. E di altri tre con l’ attuale compagna, che da tempo è stata affidata ad una casa famiglia. Una donna alla quale il ragazzo era tuttavia estremamente affezionato, al punto da rifiutarsi di fare ciò che le avrebbe chiesto invece, con decisione, la 31enne di San Valentino. Quest’ ultima avrebbe colpito l’ uomo, durante una violenta discussione, con un telefonino. A quel punto lui avrebbe perso il controllo.
Dopo aver afferrato un coltello in cucina, l’ aveva colpita alla gola con un unico fendente. Poi aveva messo il corpo della ragazza in un sacco e gettato all’ interno di una vasca settica, a pochi passi da casa sua. «Ho fatto tutto da solo, nessuno mi ha aiutato», ha spiegato Del Sorbo a specifica domanda del sostituto procuratore Viviana Vessa, titolare dell’ indagine. L’ uomo aveva condotto spontaneamente i carabinieri già la scorsa notte sul luogo dove aveva nascosto il cadavere della donna, poi aveva confessato il tutto, raccontando le modalità dell’ omicidio, in caserma. IL PERSONAGGIO Un passato travagliato quello di Nicola Del Sorbo, affetto da un problema di tossicodipendenza. Nel mese di dicembre del 2013, i carabinieri di Sant’ Antonio Abate lo avevano arrestato con l’ accusa di estorsione, lesioni e violenza privata nei confronti dei suoceri.
Quel giorno, era entrato in casa, in stato d’ agitazione e con la forza, pretendendo che gli stessi gli consegnassero 50 euro. Al loro rifiuto, Del Sorbo aveva perso del tutto la calma e aggredito entrambi. Le vittime erano tuttavia riuscite ad allertare i carabinieri, che erano intervenuti arrestando il 34enne in flagranza di reato. Quei soldi, secondo le indagini dell’ epoca, servivano ad acquistare delle dosi di stupefacente. Per quei fatti, era stato poi condannato a 4 anni di carcere. Sentenza diventata poi definitiva, fino in Cassazione, con l’ uomo che aveva poi scontato quasi tuta la pena. Prima ancora di quell’ episodio, era stato coinvolto in un ulteriore procedimento penale, per fatti minori. Come spiega il suo avvocato di fiducia, sarebbe dovuto comparire dinanzi al tribunale di sorveglianza, alla quale era stata fatta istanza per una misura alternativa collegata al residuo pena. Nel caso specifico, un affidamento ai servizi sociali. Da tempo, il 34enne si era arrangiato con diversi lavori, prima il muratore poi il bracciante agricolo, fino ad aiutare la sorella nella coltivazione di un terreno a Poggiomarino.
«È stato vittima degli eventi della vita – ha spiegato il legale Luigi Senatore – è un ragazzo che forse non è mai uscito definitivamente dal problema di tossicodipendenza». Nei prossimi giorni, Nicola Del Sorbo comparirà dinanzi al gip del tribunale di Nocera Inferiore per la convalida del fermo.