Angri verso il ballottaggio. Mauri e Ferraioli il duello “ricondizionato”

Una città “conservatrice” che deve scegliere forzatamente dall’usato “ricondizionato” chi dei due primi cittadini dell’ultimo decennio sarà ancora idoneo ad amministrare

Cosimo Ferraioli e Pasquale Mauri
Cosimo Ferraioli e Pasquale Mauri

“Madamina, il catalogo è questo”. Questa la situazione attuale in città alla viglia del turno di ballottaggio del prossimo 4 ottobre. Una città “conservatrice” che deve scegliere forzatamente dall’usato “ricondizionato” chi dei due primi cittadini dell’ultimo decennio sarà ancora idoneo ad amministrare possibilmente fino al 2025. Pasquale Mauri e Cosimo Ferraioli rinnovano la loro difficile contrapposizione rappresentando nell’immaginario elettorale l’”usato fidato”.

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Il confronto tra le ultime due amministrazioni comunali.

Due tipi di gestione amministrativa molto diverse per tempistica e modalità. Mauri fino al 2015 non ebbe eccessivi vincoli con il rigore del bilancio armonizzato, mentre Ferraioli fino a oggi ha dovuto, indubbiamente, penare “friggendo il pesce con l’acqua”, vista l’esigua disponibilità finanziaria nelle casse dell’ente, gestita con esemplare oculatezza dalla dirigente del settore economico e finanziario.

La frattura sociale dell’ultimo decennio.

Un dato incontrovertibile comunque viene fuori da questa competizione: entrambi sono stati scelti, in quota, da circa 30 per cento dei votanti. Dato che mette in evidenza con forza la frattura sociale cittadina difficile da risanare nel breve giorno di tempo. Aspetto non secondario riguarda una parte di cittadini che da anni vive in maniera marginale e con consapevole passività le dinamiche politiche locali impedendo l’innesco di un vero processo di rigenerazione politica, fondamentale per riavviare la macchina politica e amministrativa cittadina. Un meccanismo ingolfato da fattori e molteplici variabili che di certo non ripartirà il prossimo cinque ottobre.

La necessaria ricostruzione della classe politica.

L’unica certezza leggendo i dati dello spoglio che entrambi gli schieramenti potrebbero portare in assise nuove forze, giovani motivati e ben più preparati anche culturalmente e predisposti ad affrontare i processi amministrativi. Alberto Milo, Eugenio Lato e Salvatore Iozzino hanno comunque dato corso a una politica alternativa che ulteriormente raffinata e rivista può fornire nuove indicazioni e produrre elementi interessanti in termini di formazione. Il cambiamento radicale, in vista del 2025, potrebbe partire da queste prime importanti indicazioni. Necessariamente.
Luciano Verdoliva