Angri. Declino per i confronti pubblici in TV tra candidati sindaci.
Declino per i confronti pubblici in TV tra candidati sindaci. Una pratica ormai superata, non servono. Vasta la mole d’informazioni che la rete, prodotta dai social, dagli online e dal “tubo”, è in grado di produrre: dati e informazioni che arrivano fin nei più reconditi vasi comunicanti permettendo ai singoli candidati di esporre nel dettaglio, e nei minimi particolari, le loro idee e i loro programmi.
Un ampio archivio disponibile. La TV è vecchia.
La rete archivia, ormai da alcuni lustri, nella sua magna memoria azioni, fatti e dichiarazioni dei tanti attori coinvolti e oggi permettono all’elettore – cittadino di potere tranquillamente, comparare, analizzare e valutare il loro percorso umano, politico e formativo. Non serve più, per i candidati, rimanere davanti a una telecamera per qualche ora e rispondere in maniera meccanica, improvvisata e ingessata alle domande altrettanto spesso banali di cronisti improvvisati e millantati addetti ai “lavori”, per altro vincolati da tempi rigidi serrati e dettati dalla altrettanto ormai compassata “par condicio” immaginata a inizio secolo per regolare l’agonizzante e “inutile” mamma TV.
Il confronto televisivo “è una cagata pazzesca”.
Il confronto televisivo “è una cagata pazzesca” mutuando il compianto Paolo Villaggio alias “Fantozzi”. Quello che danneggia è fondamentalmente il “male dell’apparenza” e dell’esposizione mediatica a ogni costo. Un fenomeno che anima e dà vita alla spettacolarizzazione da cortile 2.0 della campagna elettorale, soprattutto quelle delle amministrative dove il rischio maggiore resta legato a un messaggio poco chiaro e distorto che poi produce classi politiche discutibili come quelle recenti di Angri e Pagani, oggi alle prese con una nuova scelta popolare.
Messaggio fuorviante, solo apparenza.
Sarebbe indicativamente corretto indirizzare il messaggio sui programmi e non sull’invettiva personale che spesso denota la totale assenza e il disinteresse per l’elaborazione progettuale, pur minima, a favore del territorio. L’impressione sembra quella legata principalmente all’apparenza. Servirebbero meno chiacchiere, meno click e più proposte che oggi, francamente, latitano in ogni latitudine.
Luciano Verdoliva