Scafati. In arrivo l’acconto TARI 2020

La raccolta della frazione indifferenziata effettuata in deroga al calendario ogni giorno, ha fatto lievitare i costi del servizio che si ripercuoteranno sulle famiglie nel 2021.

SCAFATI. Partiranno in questi giorni le bollette relative alla Tari 2020. Palazzo Mayer ha impegnato la somma di 100mila euro per la loro postalizzazione e spedizione. Una media di circa 5 euro a bolletta, dieci volte in meno di quanto avveniva con la Geset. Un risparmio che però non rende meno salata la bolletta, le cui tariffe sono state calcolate sulla base delle aliquote applicate nel 2019. L’ufficio economico finanziario, retto provvisoriamente da Francesco Cardaropoli, in attesa dell’espletamento del nuovo bando, ha infatti ritenuto le attuali bollette come acconto, prevedendo un saldo entro il 2021, non appena sarà approvato il Pef 2020. In deroga alla legge, il consiglio comunale ha tempo fino a dicembre 2020 per l’approvazione del nuovo Pef che, secondo le prime stime, dovrebbe essere maggiore dell’anno precedente. Vale a dire, per gli scafatesi, una bolletta più salata nel 2021, dove oltre alla tariffa ordinaria, sarà calcolato anche il conguaglio sul 2020.  “Vista la delibera del consiglio comunale n.70 del 22/07/2020, con la quale si è stabilito di applicare, in via provvisoria, le tariffe Tari 2019 anche per l’annualità 2020, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di bollettazione anno 2021”, si legge nella determina. Il calo della raccolta differenziata dovuto all’emergenza Covid prima e all’attuale sistema di raccolta quotidiana del secco, voluta dall’amministrazione e attuata dal neo manager dell’Acse Giovanni Marra, andrà certamente a incidere sui costi totali del servizio. Costi, appunto il Pef, che per legge devono essere interamente coperti dall’introito Tari. Sono oltre 17mila i nuclei familiari scafatesi, che hanno determinato nell’anno precedente un costo complessivo di oltre 11,6 milioni di euro. Tanto quanto costa raccogliere i rifiuti, trasportarli nei centri di raccolta, oltre naturalmente al costo della partecipata Acse, dalla commissione straordinaria tagliato di circa 3 milioni di euro, che portò la convenzione dai circa 7 milioni di euro del 2016 agli attuali 4,15 milioni di euro. Una somma ritenuta insufficiente dall’ex amministratore unico Daniele Meriani, affinché fosse garantito un servizio di raccolto efficace ed efficiente. Una somma che non permette neanche il classico spazzamento manuale. Il numero uno della partecipata, recependo oggi le indicazioni della componente politica, non solo sta raccogliendo in via straordinaria in deroga al calendario della raccolta differenziata, ma sta offrendo servizi aggiuntivi quali la pulizia delle siepi pubbliche. L’incidenza sul costo complessivo lo si vedrà con l’approvazione del Pef 2020. A settembre l’ufficio tributi, su 11,6 milioni di euro previsti, aveva incassato meno della metà. “Per il 2019 risultano versamenti pari a 5,45 milioni di euro; si tenga presente che le difficoltà legate all’emergenza COVID hanno logicamente rallentato il flusso economico che, diversamente, avrebbe sicuramente superato la soglia del 50%”, faceva sapere a suo tempo l’assessore al bilancio Nunzia Di Lallo.

Adriano Falanga