Pompei. Vendemmia in solitudine della Mastroberardino negli Scavi

La vendemmia di quest’anno non sarà occasione di festa (causa Covid) come tradizione vuole negli Scavi di Pompei, dove ogni anno alla fine di ottobre ricorre il taglio delle uve coltivate nelle vigne  delle antiche domus sede di sperimentazione delle antiche tecniche di viticoltura pompeiana nella produzione del Vino Villa dei misteri. Parliamo di un progetto di valorizzazione che nasce sulla base di studi di botanica applicata all’archeologia del Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco archeologico di Pompei in convenzione con l’Azienda Vinicola Mastroberardino, che ha tratto rinomanza dall’attività esercitata nelle ricerche preliminari, l’impianto e la coltivazione delle vigne dell’Antica Pompei, commercializzando parte del vino mentre altra parte entra nella disponibilità della Direzione del Parco Archeologico di Pompei come simbolo raffinato della sua rinomanza nel mondo intero. Il progetto è partito nel 1994 in un’area limitata degli Scavi. Attualmente interessa 15  vigne site nelle Regiones I e II dell’Antica Pompei (tra cui Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, l’Orto dei Fuggiaschi, ecc.) per un’estensione  di  un ettaro e mezzo e  una resa potenziale di circa 40 quintali per ettaro. Il vino di Pompei con etichetta Villa dei Misteri della Casa Vinicola Mastroberardino  rappresenta un modo per raccontare, attraverso il Gusto, la cucina e il mito di Pompei, in quadrato in un paesaggio unico al mondo caratterizzato da due elementi distintivi ambientali: Il Vesuvio e il fiume Sarno. Il brindisi tradizionale (se ci fosse stato) avrebbe riguardato, quest’anno, il Villa dei Misteri Annata 2012, frutto dell’uvaggio storico di Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso. L’Aglianico è stato inserito nel blend a partire dalla vendemmia 2011 anche perché agevola un migliore invecchiamento in cantina. Risale i al 2007 l’ampliamento delle aree coltivate a vigneto, destinandole integralmente al  vitigno Aglianico  adatto alla produzione di grandi vini rossi. La forma di allevamento prescelta  è stata quella l’alberello più adatta al microclima di Pompei introducendo per un  vitigno di origine greca (“Vitis Hellenica”)  la  potatura corta ellenica. In questo millesimo, i livelli qualitativi conseguiti sul Villa dei Misteri sono molto elevati grazie al contributo dell’Aglianico, delineando buona concentrazione, intensità aromatica, vellutato patrimonio di tannini, densità e particolare eleganza. Il Villa dei Misteri del millesimo 2012, dopo un lungo periodo di affinamento, si presenta con colore rosso rubino e offre un profilo olfattivo complesso con sentori di prugna,  marasca,  mora,  tabacco, liquirizia pepe e i chiodi di garofano. Al palato si caratterizza per buona densità e persistenza con sensazioni sapide, acide e morbide e un buon equilibrio che si svolge in finezza.
Mario Cardone