Un comunicato di oggi (21 gennaio) del Santuario di Pompei ha fatto sapere che la Congregazione per il Clero ha comunicato all’Arcivescovo Prelato Tommaso Caputo la conferma della decisione definitiva di Papa Francesco, presa già il 7 novembre 2020, di dimettere dallo stato clericale Antonio Marrese, già vicerettore e segretario del Vescovo nel Santuario di Pompei e successivamente cappellano militare della 46esima brigata aerea di stanza a Pisa. Il prete fu allontanato dall’incarico da cappellano appena dopo l’inchiesta che lo fece processare per molestie a sfondo sessuale, calunnia e stalking, ipotizzate dalla procura di Massa Carrara sulla base del materiale contenuto nei sei computer che gli erano stati sequestrati dai carabinieri negli alloggi di Pisa e a Pompei. Al vaglio degli inquirenti anche le centinaia di video registrati e migliaia di foto scattate da don Antonio Marrese, probabilmente all’insaputa dei protagonisti, insieme alla telecamera-sveglia, trovata sul comodino della sua camera con l’obiettivo puntato sul letto. Con la decretazione papale il sacerdote è stato dispensato dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato, con provvedimento inappellabile e non soggetto a ricorso, conseguente ad un processo penale canonico avviato nel 2018. Anche la domanda di grazia, presentata da Antonio Marrese al Santo Padre l’11 dicembre scorso, ha avuto esito negativo. Sottoposto pure a procedimento giudiziario italiana, l’ex prete, nel procedimento canonico non è stato imputato per reati riguardanti minori mentre , al contrario, come spiega il Santuario nel suo comunicato stampa, sarebbe stato giudicato per reati riguardanti “aspetti fondamentali della vita sacerdotale.“ Il giudizio finale su Marrese riguardo al procedimento in cui gli è stato riconosciuto il diritto di difesa è stato di “colpevolezza di gravi reati, alcuni dei quali lesivi della reputazione di diverse persone, arrecando sofferenze e procurando pubblico scandalo e nocumento alla comunità ecclesiale”. Conseguentemente il signor Antonio Marrese ha perso i diritti dello stato clericale e non può più esercitare il ministero sacerdotale. Rimane in comunione con la Chiesa che lo invita ad attingere, come ogni fedele, alla grazia della Parola di Dio e dei sacramenti.
Mario Cardone