I quesiti che il capo della maggioranza, Domenico Di Casola, ha indirizzato formalmente al sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, e al ceto di maggioranza politica che amministra Pompei, sono una buona occasione per fare il punto sulle rispettive posizioni politiche. Vale a dire de vi sono punti d’incontro e soprattutto se qualche cosa è cambiato nelle rispettive posizioni col passare del tempo dalla campagna elettorale ad oggi. Se Lo Sapio ha assunto fin dall’inizio una posizione più politica, nel senso che pur dicendo le cose con chiarezza si è riservato un’uscita di sicurezza. Ha fatto sempre una chiara distinzione tra progetto Hub e quello Eav. Se rispetto al primo ha tenuto le mani libere riguardo al secondo ha lasciato intendere che la sua maggioranza sarebbe andata fino in fondo. I motivi sono abbastanza chiari in quanto emersi dal dibattito politico. Sul fronte opposto Di Casola è partito con posizioni chiare e precise: del progetto Hub non ne ha mai apprezzato l’utilità, riguardo al progetto Eav ha promesso in campagna elettorale che si sarebbe opposto se non fossero stati aboliti i sottopassi. Alla fine bisogna riconoscere che entrambi i soggetti politici sono rimasti abbastanza fedeli ai propositi avanzati in campagna elettorale. L’interrogazione su entrambi i progetti da parte di Di Casola fa capire i ruoli che i due personaggi intendono interpretare da adesso in poi, considerato che nei due casi si sta per passare, con gli espropri, alla fase esecutiva. Premesso che Di Casola parte da un richiamo preciso, che vale sia per la maggioranza di oggi, targata Lo Sapio, che quella di prima, targata Amitrano: l’esclusione oggettiva della partecipazione popolare (e del consiglio comunale che la rappresenta) dalle decisioni sul futuro urbanistico di Pompei. Ora riguardo la formulazione dei due quesiti che Di Casola rivolge a Lo Sapio e i suoi appare chiara la differenza della loro natura. Quelli che riguardano il progetto Eav attengono a termini, scadenze e procedure, Espedienti legali di verifica giuridica ben chiari all’avvocato Di Casola ma che, riguardo alla sostanza, non entrano nel merito delle scelte operate ma si fermano all’accertamento della legalità delle procedure avviate prima dell’apertura dei cantieri. Altra questione è quella che riguarda il progetto Rfi che qualcuno insiste a chiamare ancora “progetto Hub” nonostante (come fa notare Di Casola) di snodo ferroviario non si parla più, al contrario sarebbe stato modificato un progetto di trasformazione urbanistica, giustificata dalla passeggiata panoramica creata fuori gli Scavi di Pompei. Indirettamente, dal senso e la concomitanza delle domande poste, Di Casola fa notare che il nuovo progetto hub avvantaggerebbe alcuni imprenditori a scapito di altri. La cosa era inevitabile perché se riguardo ai sottopassi gli interessi prevalenti da tutelare riguardavano la sicurezza, nel progetto Rfi entrano in questione problematiche di natura di natura aziendale (che significa anche difesa di posti di lavoro). Sta di fatto che Lo Sapio (politico di sinistra) appare, già dalla campagna elettorale più propenso alla difesa a questo secondo tipo di interessi solo, e lo fa notare Di Casola, anche sul versante della partecipazione al dibattito della trasformazione urbanistica. Nei fatti è stata tagliata fuori la popolazione civile che paga le tasse, come se ragionare sul progetto Hub fosse una questione che interessasse solo i proprietari di alberghi, campeggi e parcheggi privati e non tutti gli operatori economici e turistici del territorio e l’intera società civile di Pompei.