Pompei. L’associazione Confcommercio al confronto per un impegno unitario

L’associazione Confcommercio di Pompei ha perso lo slancio che un anno fa portò molti imprenditori locali a cercare una base di solidarietà associativa alla necessità di fronteggiare la grave crisi economica sospinta dalla pandemia. In quell’occasione le famiglie storiche di commercianti hanno messo le basi all’attività associativa del centro e le periferie di Pompei nella convinzione che l’unione fa la forza. Per questo motivo imprenditori di attività consolidate si erano unite alle nuove leve del business dell’accoglienza turistica e della ristorazione avviando la fase costitutiva pompeiana delle più grande associazione nazionale dell’imprenditoria commerciale con un numero di iscritti mai raggiunto precedentemente. Si formò un direttivo rappresentativo di tutte le categorie e le anime dell’associazione che si riconobbe nella leadership di Luigi Longobardi (esponente di punta del settore dell’abbigliamento locale) affiancato da Gaspare Manzo (rappresentativo della categoria della ristorazione che ha espresso un notevole dinamismo negli ultimi anni a Pompei). Su base associativa la categoria dei commercianti ha dato un contributo di proposte durante la campagna elettorale amministrativa mantenendo l’autonomia nei confronti della politica locale ed ha proseguito su questo versante con spirito solidale a garanzia del ceto produttivo che alla guida della macchina produttiva pompeiana negli anni difficili in cui la pandemia imponeva sacrifici e rinunce nella speranza di tempi migliori. Improvvisamente, nella fase di riapertura generale degli esercizi commerciali contestuale al calo del numero dei contagi di coronavirus, ha soffiato il vento della discordia che precede la divisione quando prevalgono interessi di bottega rispetto a sintesi strategiche basate sulla condivisione. Il malessere che ne è seguito pare che abbia inciso negativamente sulla rappresentatività del ceto dirigente dell’associazione imprenditoriale pompeiana e quindi sulla rappresentatività del presidente Luigi Longobardi, che si è incrinata allo stesso tempo in cui si è appannata la fiducia su cui è basata qualsiasi forma associativa. Sappiamo che sono in corso tentativi di chiarimenti interni nella speranza che la crisi possa favorire ripresa dell’associazione dei commercianti di Pompei nell’interesse dei suoi associati ma anche di tutta la compagine civile che ha bisogno di punti di riferimenti in un periodo di cambiamenti che si prospettano (nel bene o nel male) epocali per la crescita economica e la configurazione urbanistica della città degli Scavi archeologici e del Santuario della Madonna del Rosario.