Pompeii. Il blu pompeiano

Plinio il Vecchio chiama caeruleum tutti i pigmenti blu minerali, sia naturali che artificiali; quelli naturali sono estratti soprattutto dalle miniere aurifere e argentifere. Tra questi si possono distinguere il caeruleum armenium, proveniente dall’Armenia, che potrebbe corrispondere all’azzurrite o ad altri minerali cupriferi; il caeruleum aegyptium o “blu egizio”, antichissimo composto di miscele di sabbia e minerali quali azzurrite o malachite provenienti dal Sinai; il caeruleum scythicum, il più pregiato dopo quello aegyptium, corrispondente al lapislazzuli delle miniere del Firgamu, nell’odierno Afghanistan; il caeruleum puteolanum potrebbe essere lapislazzuli disponibile sui mercati dell’area vesuviana o, forse meglio, il blu Egiziano prodotto a Pozzuoli; il caeruleum cyprium è azzurrite della migliore qualità, proveniente dalle miniere di rame dell’isola di Cipro; infine, il caeruleum hispaniense, probabilmente affine al puteolanum.