Sport. La crisi non si ferma: l’Angri è ultima

Pochi cambi di qualità nell'ultima mezz'ora e un incubo sempre più reale, per scacciare la retrocessione servirà il 110% dalla squadra dal punto di vista fisico e mentale

Silenzio assordante sotto l’ombra del Castello Doria di Angri, i grigiorossi dopo la disfatta sarda contro il COS Sarrabus Ogliastra vivono seriamente l’incubo retrocessione. E’ sempre più ansia e paura per la tifoseria del cavallino rampante, ora ultima a pari merito nel girone G di serie D.

Una tifoseria da professionisti

Una vera e propria tragedia per una piazza che per l’amor finora dimostrato meriterebbe ben altri posizioni di classifica. Anche nella trasferta della scorsa domenica all’Is Arranas sono stati presenti circa un centinaio di tifosi, un patrimonio per il calcio locale nazionale sempre più povero di presenze e sentimenti. L’amore verso l’Angri è l’unico aspetto che non è mai mancato da settembre ad oggi, purtroppo mal ripagato da una rosa che aveva come obiettivo la salvezza tranquilla.

L’incubo Eccellenza

I giocatori, e la gestione del gruppo, sono al centro delle critiche della piazza, e le responsabilità non si possono di certo trovare in queste prime partite della gestione del tecnico Carmelo Condemi. Subentrato a Luigi Sanchez, l’ex Nola e Portici non è riuscito ancora a far fare un salto di qualità alla formazione che sembra sempre più limitata ogni partita che passa. Contro il Costa Orientale Sarda la squadra è entrata in campo benissimo dal punto di vista tattico e di foga agonistica, riuscendo subito a capitalizzare attraverso il gol del suo bomber Vincenzo Barone. Minuto dopo minuto però le storiche crepe grigiorosse anche questa volta sono venute fuori, incapace di reggere il proprio ritmo di gioco alla lunga. Il secondo tempo è stata palese prova di ciò, con annesso solito pizzico di sfortuna.

Una crisi circolare

Nei primi 65 minuti della gara l’Angri poteva essere tranquillamente avanti di due o anche tre lunghezze, complice la traversa di Alfredo Varsi e la mancanza di lucidità sotto porta di Barone, ma ancora una volta si è trovata completamente scoperta nell’ultima mezz’ora. I problemi sono stati chiaramente i cambi che, condizionati da alcune assenze, non hanno permesso a Condemi di continuare ad imporre il gioco. Le mancanze di Riccio e Giordano hanno creato un problema evidente nella gestione degli under, con Fiore e De Rosa costretti agli straordinari in un centrocampo che nonostante il passaggio temporaneo al 4-4-2 è arrivato stremato a fine partita. Carmelo Condemi dovrà continuare a lavorare sulla condizione fisica provando a cacciare il 110% dai suoi giocatori verso la salvezza, ma sono ormai sempre più delineati i limiti di una squadra dalla rosa corta e scoperta. E il dito indica ancora il mercato invernale, sempre più palesemente colpevole di aver aggravato le debolezze di una squadra che a dicembre sognava addirittura i play off.

Alfonso Romano

Alfonso Romano, 23 anni, di Scafati ma anche di Roma e Cava de' Tirreni, corrispondente de "La Città" e socio del circolo Arci Cortocircuito. A lavoro e alla lotta!