Quella che avrebbe dovuto essere la gioia più grande per una famiglia si è trasformata in tragedia all’ospedale Betania mercoledì scorso.
I fatti
Una giovane donna, 31 anni, è in attesa di una bambina. La gravidanza ha superato le 37 settimane di gestazione. Sono da poco passate le 15 di martedì 21 febbraio e al pronto soccorso del presidio di Napoli est, in quella che è considerata un’eccellenza delle cure ginecologiche e neonatali della città, giunge una coppia con i mezzi propri. Si sono rotte le acque e la nascita è prossima. Dopo il triage, in base al racconto reso alla polizia, la donna viene ricoverata in Ginecologia dove iniziano una serie di esami ed accertamenti. Il giorno dopo alle 8,30 i due coniugi comunicano tramite il telefono e whatsapp. Il papà della bambina viene informato da sua moglie che è in corso un tracciato. I sanitari somministrano una prima pillola per aumentare le contrazioni uterine propedeutiche a un parto che dovrà essere per vie naturali. Alle 11,45 la donna assume una seconda pillola.
La situazione precipita
Iniziano forti dolori all’utero, la pressione aumenta ma il battito cardiaco scende. Poi due ore e mezza di silenzio: alle 18,30 tocca al medico di reparto informare il padre della piccola che nel corso del parto c’è stato un distacco di placenta, una sofferenza fetale e la decisione di effettuare il cesareo. La mamma è fuori pericolo ma per la bambina ci sono poche possibilità: ha subìto danni irreparabili al cervello. Il suo cuoricino ha continuato a battere fino alle 16 del giorno dopo.
La denuncia
La piccola salma è stata sequestrata dopo che il padre ha presentato denuncia-querela. Le autorità competenti indagano e nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia per stabilire le cause del decesso.