Scafati. Alla scuola Anardi, corso per docenti su come intervenire in attesa di soccorsi
Il corpo docente, di ogni ordine e grado dell’Istituto Comprensivo scafatese, è stato istruito pure su come intervenire in caso di ferite, di crisi epilettiche o diabetiche negli studenti.
Soccorrere una persona nei primissimi minuti in cui è colta da malore o è vittima di un incidente stradale è fondamentale ed ogni minuto potrebbe essere prezioso per scongiurare gli eventuali danni al cuore o all’attività cerebrale, che potrebbero sopraggiungere di lì a poco, e potrebbe capitare pure, da insegnante, di dover riconoscere per tempo i sintomi manifestati da un bambino interessato da una crisi ipoglicemica o epilettica. Da cittadini e da educatori si ha sempre l’obbligo di prestare soccorso, in qualsiasi ambito, da quello lavorativo al sociale. Tuttavia, occorre intervenire pure in modo corretto senza addentrarsi in manovre o tecniche che potrebbero rivelarsi sbagliate.
Per questo la Scuola “Tommaso Anardi” di Scafati ha organizzato un corso aperto a tutti i docenti dell’Istituto Comprensivo diretto dal prof. Guglielmo Formisano per riconoscere le situazioni a rischio mentre svolgono lezione e intervenire in modo qualificato. L’incontro, tenutosi qualche giorno fa, ha rappresentato un momento formativo davvero unico nel suo genere.
“Due mani che ti salvano la vita” ovvero come intervenire in attesa dei soccorsi medici, il titolo dell’evento formativo tenutosi in via Melchiade a Scafati, cosa fare e cosa evitare. Sono intervenuti esponenti dell’“Associazione Medica Società Scientifica Anardi” “la più antica d’Italia fondata nel 1962 e che conta oggi 200 iscritti” ha detto il suo presidente Vincenzo Santonicola.
Mentre il dirigente Formisano ha fatto sapere nei saluti iniziali che ha voluto ci fosse un defibrillatore “sia alla sede centrale scolastica che alla succursale” a protezione degli studenti, docenti e del personale scolastico. Per l’Associazione Medica Anardi sono intervenuti il vicepresidente Arnoldo Sequino, geriatra ed il segretario Sergio Amitrano, angiologo e presidente della Fondazione Bartolo Longo. Il relatore che ha formato i partecipanti sui “principi di primo soccorso” è stato il prof.Antonio Apolito, direttore UOC di Medicina d’Urgenza e di pronto soccorso dove ha lavorato per 40 anni.
Un’esperienza che ha voluto trasmettere con slide ed esempi pratici, servendosi di un neonato bambola per mostrare i corretti movimenti da eseguire nei casi di arresto cardiaco o su come fare la manovra di Heimlich in modo differente su un adulto e un bambino. Una sequenza di secondi che potrebbe trasformare il colorito del viso da roseo a bluastro per il rischio di soffocamento che si potrebbe avere per un boccone di andato di traverso ostruendo le vie aeree.
“Occorre prestare sempre soccorso perché altrimenti commettiamo un reato – ha esordito subito Apolito – in attesa che arrivino i soccorsi medici, avviciniamoci alla persona, tenerle una mano, accarezzarla, se poi sappiamo fare pure una piccola manovra, ancora meglio purché non si facciano manovre azzardate, niente acqua, no liquidi, liberare eventualmente le vie aeree se ostruite, chiamare il 118 spiegando dettagliatamente in che condizioni si trova la persona interessata, anzitutto, se è cosciente, se batte il polso, respira e così via, ricordate, il tempo è oro.
Se c’è respirazione e la persona è cosciente possiamo già stare tranquilli altrimenti, se non avvertiamo il battito pratichiamo un massaggio in attesa che arrivi il defibrillatore che va usato comunque correttamente”.