Sarno. Quel giorno il fango travolse vite e aspettative
Quel giorno il fango travolse vite e aspettative. La montagna ferita colse con il suo impeto case e persone senza fare eccezioni anagrafiche. La morte, per oltre quattordici ore, coprì ogni possibile lamento e Sarno diventò un grande monumento di dolore ma anche di speranza e di rinascita. Quanti lustri sono passati e le ferite sono state coperte dalla fioritura e da alberi nati dalla coperta di fango che ora copre gli squarci di quella frana assassina. Nuove case e ricordi di pianti spezzati hanno colmato un vuoto materiale.
Una tragedia passata ma non trascorsa
La vita è rifiorita riproducendosi con un velo di tristezza ma Sarno non ha dimenticato, anzi, ha voluto rafforzare il suo dolore perenne con un composto rosario di lacrime. Lì dove la memoria pose un macigno di dolore e di vite strappate alla sua normalità c’è una tragedia ripetibile alla memoria: passata ma non trascorsa, che non conosce silenzio.
Resterà forte e indissolubile per intere generazioni il legame con la tragedia, un’eredità anche culturale, modello edificante per la preservazione dei luoghi dall’irreversibile e indiscriminato depauperamento del territorio.
Luciano Verdoliva