Un omicidio che non costa il carcere, vite spezzate chiedono giustizia

Guidava dopo aver assunto cocaina prima di travolgere ed uccidere due ventenni in scooter, ma il giudice gli concede gli arresti domiciliari.

giustizia

Il fatto

Ubriaco e drogato alla guida di un’Audi travolse e uccise due ventenni in Via Terracina, a Fuorigrotta, era la notte tra il 29 e il 30 settembre scorsi. Dario Lenci, 34 anni, si trova ora agli arresti domiciliari per omicidio stradale. Nell’ordinanza emessa dal gip Federica De Bellis sono ricostruite le tragiche fasi dell’incidente in cui persero la vita Francesco Altamura, di 23 anni, e la fidanzata Lucia Morra, di 20.

Nel tentativo di fare un sorpasso, Lenci, come ha ricostruito la polizia municipale, invase la corsia di marcia opposta, in cui passava lo scooter con i due giovani. L’impatto fu violentissimo e non lasciò scampo a Francesco e Lucia. Il conducente della vettura rimase intrappolato nell’abitacolo e fu aiutato a uscire da un passante. Quando gli agenti gli si avvicinarono, misero poi a verbale, aveva «le pupille dilatate, sudava, faceva molta fatica a parlare e aveva l’alito vinoso». Risultò positivo a cocaina, ecstasy e metamfetamina al primo test, alla cocaina all’esame tossicologico di conferma.

Le reazioni alla sentenza

“Compie un omicidio volontario chi alla guida investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol”.
Non sa darsi pace Gianfranco Morra, padre di Lucia, chiedendo ancora una volta giustizia per le due vittime dopo la concessione degli arresti domiciliari al Lenci da parte del giudice. Una decisione che ha scatenato l’ira dei genitori dei due ragazzi: “Non riesco ancora a capire come sia possibile – dice ancora Gianfranco – è risultato positivo all’alcol e alla cocaina. Vorrei parlare con il giudice e dirgli ‘cosa avrebbe dovuto fare per andare in galera uno così? Una strage? Non sono omicidi stradali, perché chi investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol commette omicidio volontario”. “Lui sta a casa – dice ancora il padre di Lucia – mentre noi, nostra figlia, ce l’abbiamo in un’urna, accanto a una foto, sul comodino. Chiedo giustizia per due vite spezzate, – conclude il padre di Lucia – e mi rivolgo al ministro della Giustizia”.

“Perché non si è proceduto all’arresto in flagranza – si chiede l’avvocato Sergio Pisani, legale di Morra – obbligatorio in caso di positività alla droga. Qui è anche emerso un mix con l’alcol. In questi casi sarebbe necessario prevedere una presunzione di pericolosità e la custodia in carcere in fase cautelare”. Secondo Pisani “questa vicenda supera anche i perimetri della condotta di omicidio stradale: non è possibile applicare un regime detentivo che si fonda sul mero autocontrollo di un soggetto che ha dimostrato di essere assolutamente ‘inaffidabile e onnipotente’ come ha giustamente affermato il pm nella richiesta di custodia in carcere respinta dal Gip”.

Luigi Cocco