Riforma sanitaria in stallo: tra promesse e realizzazioni per il SSN
Sanità. A fine luglio è stato approvato il Decreto Legge Liste d’Attesa, una misura che cerca di riordinare alcuni provvedimenti esistenti ma che non riesce a risolvere le criticità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Questa situazione evidenzia la necessità di una sanità territoriale come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), anche se l’attuazione di questo progetto appare in ritardo.
Riduzione dei tempi di attesa
Il decreto, proposto dal ministro della Salute Orazio Schillaci, punta a una riforma sanitaria con l’obiettivo di ridurre miracolosamente le liste d’attesa, ma senza prevedere risorse finanziarie dedicate. Domenico Mantoan, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), ha rilevato un aumento del 44% delle prescrizioni ambulatoriali tra il 2019 e il 2023, a fronte di un numero di medici sostanzialmente stabile. Questi dati evidenziano la necessità di un intervento mirato che metta al centro la cura dei pazienti cronici e riduca la tendenza all’iperprescrizione di visite ed esami diagnostici.
I dati Agenas
Le statistiche di Agenas mostrano un incremento del 31% nelle prescrizioni delle prime visite e del 38% negli esami diagnostici, con regioni come la Calabria che registrano un boom di prescrizioni. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolinea l’urgenza di definire criteri di appropriatezza per le prestazioni sanitarie, evitando che il sistema venga “ingolfato” da richieste inadeguate che non apportano alcun beneficio reale.
Spesa sanitaria extra
La spesa sanitaria a carico dei cittadini, nota come out-of-pocket, ha raggiunto i 41,5 miliardi di euro, un onere che continua a crescere e che accentua le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Questo fenomeno è aggravato dal ruolo del settore privato accreditato che, cercando di espandersi, punta su servizi a pagamento spesso inaccessibili per le fasce di popolazione più deboli scrive “L’Espresso”.
Il Pnrr
Le differenze regionali nell’implementazione delle misure del Pnrr rappresentano un ulteriore ostacolo. Per esempio, mentre alcune regioni come la Provincia Autonoma di Trento e l’Umbria hanno superato gli obiettivi prefissati per l’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), altre come la Sardegna e la Sicilia sono in ritardo.
Serve un impegno deciso e coordinato
Senza un impegno deciso e coordinato verso una riforma sanitaria territoriale, l’opportunità di trasformare il SSN in un sistema più equo ed efficiente rischia di essere persa, lasciando insoddisfatti i bisogni di cura della popolazione.
Articolo condiviso dalla Redazione