Angri. La città farà a meno dell’area MCM?

Abbandona il progetto di riqualificazione dell’ex area MCM l’imprenditore conserviero Antonino Russo. Una notizia che era stata già stata ampiamente anticipata dall’entourage dell’imprenditore abatese che l’aveva comunicata all’amministrazione cittadina già un paio di settimane fa, in occasione del primo incontro con le parti interessate alla riqualificazione. Già allora durante la conferenza dei servizi con tecnici e amministratori era noto i disimpegno di Russo verso il progetto di riqualificazione, una comunicazione che, comunque, non era stata divulgata se non durante l’ultima assise cittadina, in occasione della discussione del PUC. Probabilmente gli amministratori locali hanno confidato fino in fondo in un possibile ripensamento dell’industriale che di fatto con il veto influisce in modo pesante sulla riqualificazione del centro cittadino. Russo non è interessato al piano elaborato dall’ente di Piazza Crocifisso. Un vero handicap per il rilancio urbanistico della cittadina angrese.

Da anni, infatti, i 64 mila metri quadrati dell’ex Manifatture Cotoniere Meridionali, ubicati proprio nel centro cittadino, sono diventati ambiti per tutti gli imprenditori, tanti i progetti elaborati per il recupero dell’area, si sono consumate anche le campagne elettorali degli ultimi tre lustri, da Postiglione fino a Mauri. Nessuna amministrazione ha saputo fino ad oggi sbloccare la questione MCM. Nei primi anni novanta lo storico opificio fondato da Federico Alberto Wenner, un industriale svizzero, giunto a Salerno nel 1829, insieme ad altri suoi connazionali passò dalla proprietà pubblica IRI all’imprenditore Lettieri che la cedette successivamente ad Antonino Russo. L’industriale per circa un decennio l’ha utilizzata come deposito di logistica e di magazzino per l’etichettaggio per le sue aziende. Ora Russo ha delocalizzato le sue aziende a Foggia, nella Capitanata pugliese, e anche quello che resta del deposito di logistica potrebbe essere considerata una struttura dimessa secondo i criteri del Piano Casa. Restano interessati al progetto di riqualificazione l’ex area Elvea di Corso Vittorio Emanuele, le ex officine Raiola di Via Matteotti e altre piccole realtà industriali dimesse.

Dei previsti 500 nuovi appartamenti, una nuova proiezione potrebbe ridurre le aspettative del 30/40%. A perdere sarebbe soprattutto l’ente comune al quel spetterebbe, una volta riqualificati, un cospicuo e appetito 20% che ne diventerebbe assoluto proprietario. Il Piano Casa varato nel 2008 dalla regione Campania offre, infatti, la possibilità, in toto, di procedere allo smantellamento delle aree industriali dismesse nel centro cittadino consentendo un programma di edilizia residenziale, sociale e di riqualificazione di questi ambiti oramai in degrado e dimessi. Il bando prevede diverse tipologie di alloggi: libera, dove investe l’imprenditore che poi vende in proprio; sovvenzionata, con i finanziamenti percentuali della Regione; agevolata, che si rifà al concetto delle case popolari; edilizia innovativa e sperimentale, destinata alla costruzione di case famiglia, comunità alloggi per fasce deboli e alloggi per studenti universitari. Un piano che, sostanzialmente, ridisegna marcatamente gli assetti socio urbani cittadina e che ad Angri avrebbe trovato il suo “humus” fertile proprio nell’ex area MCM, oramai fuori dal piano di riqualificazione.
Luciano Verdoliva